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sabato 2 luglio 2016

Vera o falsa, la storia del vecchio e del nuovo passa da Malta

Se l'avessi saputo per tempo, che Ned Stark l'hanno decapitato da queste parti, probabilmente avrei vinto la mia insofferenza al caldo torrido, al sudore permanente, al sonno e alla scarsità di energie. Mi sarei armato di buoni propositi e sarei andato in giro, con la guida appositamente stampata nel taschino ( ecco qui: http://thefairytaletraveler.com/2015/05/03/game-of-thrones-filming-locations-in-malta/ ) e avrei visitato un po' tutto, facendo qualche migliaio di foto.
E invece, non ho fatto niente.
Detto questo, che come introduzione a una visita a Malta non è il massimo, vediamo di che altro si può parlare, quando si parla di Malta.
In  Malta è fiorita una civiltà diverse migliaia di anni fa, i cui albori si perdono, probabilmente, nella notte dei tempi. Vi sono tracce di questa remota  civilizzazione, e si tratta soprattutto delle catacombe enormi sparse nell'entroterra arido e giallo, e pure nei manufatti ritrovati da archeologi, che hanno senza difficoltà riconosciuto in questi la presenza di culti matriarcali praticati nell'isola.
Ma questo lo sapete già. Sono informazioni che si trovano dappertutto, nei libri e sul web. Perciò non vale la pena che spenda altre righe a parlarne.
L'esperienza più significativa che ho fatto, durante questa visita (non la mia prima volta a Malta), è stata senza dubbio la lettura del Gattopardo,  pure la visione del film di Luchino Visconti.
Non era il posto più adatto, ma dopotutto la Sicilia non è mica lontana.
E come si dice, tutto il mondo è paese. E siamo sempre al sud.
Gli arancini e i cannoli si trovano pure qui.
Ma non divaghiamo.
Allora, dicevo. Il romanzo mi ha preso, mi ha catturato, un po' per la fastosità dell'ambiente, che ha dell'esotico - come i critici stranieri hanno visto, giustamente, visto che sopratutto per costoro la realtà sociale e culturale descritta è un altro mondo, sia, sopratutto anzi, per la grandezza del protagonista che domina il romanzo, la storia, l'intera Sicilia del suo tempo storico-letterario.
Ho letto il Gattopardo in solitudine, sulla sassosa spiaggia di Sliema, nelle prime ore del mattino o durante la sera, prima del tramonto.
Erano i giorni in cui ho notato come la scellerata politica urbanistica, con le sue idee di modernizzazione, stia deturpando il paesaggio lungo la costa. Hanno demolito palazzi storici per fare spazio alla costruzione di resort turistici e grattacieli che ospiteranno hotel a cinque stelle. I luoghi più belli, più suggestivi dell'isola sono ormai del tutto obliterati dal turismo. I prezzi sono saliti e continuano a salire. La storia di Malta, il suo passato, è una miniera d'oro. I turisti apprezzano, spendono e investono.
Malta cresce, cambia forma. Si evolve, forse. O forse peggiora, come di solito accade a chi ragiona di progresso e fa le cose di fretta. In ciò, Malta è quanto mai lontana dall'isola grande, tanto esotica e tanto ricca, che le sta subito sopra.
Non cambierà niente - diceva il Principe di Salina al Cavalier di Monterzuolo, ripetendo qualcosa di già detto ai soldati inglesi. Non cambierà niente, perché noi siamo Dei.
C'è un solo peccato i siciliani non perdonano, dice ancora il Principe, e non è il fare male le cose. Soltanto il "fare" è già un peccato. Perché loro sono così, i siciliani. Vogliono dormire, e non tollerano di essere svegliati.
I maltesi, invece, fanno. Ma perché, uno si può chiedere, perché a Malta fanno? Sarà forse che ci sono stati gli Inglesi, che li hanno contagiati? Difficile stabilirlo.
Il post mi sta venendo più lungo del previsto, dunque cercherò di tirare le fila del discorso.
Donnafugata, La Valletta o King's Landing, questi sono posti così esotici da non potersi pensare in termini di geografia fisica, ma solo come luoghi letterari, o non-luoghi, o astrazioni di passioni arcane. Si trovano qui le pulsioni al rinnovamento, il conflitto oggi più mite, domani più aspro e dopodomani di nuovo mite o addirittura dimenticato, fra il passato di una civiltà estinta che neppure desidera esser ricordata, e il presente di una nuova civiltà, parente irriconoscibile della prima (forse non è proprio così nel caso della Sicilia), che vuole anticipare prepotentemente il futuro, avanzando a passi da gigante verso un traguardo quanto mai astratto e immaginifico, pure calpestando i residui di tutto quel che la vecchia storia (quella piccola) ha lasciato dietro di sé, le briciole che qualcuno potrebbe un giorno trovare e cercare di seguire.

RIPRODUZIONE RISERVATA © Marzio Valdambrini