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giovedì 24 febbraio 2011

Sono entrato nell'età della ragione

Dopo un lungo periodo di assenza sono tornare a vergare le pagine del blog. E' passato del tempo, l'ultima volta che l'ho aggiornato è stato quando mi sono chiuso per sbaglio fuori di casa. Nel frattempo sono trascorsi due mesi, durante il quale si è celebrato il mio compleanno, insomma il raggiungimento di quella che alcuni ancora si ostinano a chiamare "l'età della ragione".
Non è però di questo che vorrei a parlare. (Anzi, a dire il vero, non so bene di cosa vorrei parlare. Mi sono svegliato un'ora fa, dopo un recupero di sonno arretrato, e mi sento in vena di comunicare con il mondo). La linea del blog mi impone una coerenza di forma, oltre che di sostanza, dunque applicherò su di me un'auto-censura ed eviterò frasi lunghe, non connesse fra sé, periodi ipotetici che durano più di venti parole e quello che certuni mi rimproverano come errore, ma che in verità è il mio punto di forza, ossia l'ignoranza dell'anacoluto storico.
La primavera è arrivata, e io sono in attesa di sapere se avrò tre settimane per andare a luglio sul Mar Nero. Le preoccupazioni del futuro continuano a perturbare il presente, e io risolvo il problema come posso, soprattutto mangiandomi le unghie.
Il lavoro aumenta, il tempo diminuisce, in certe occasioni sento di perdere il contatto con la mia vita.
Mi ero invaghito di una ragazza sul luogo di lavoro, alla quale ho regalato dei pensierini affettuosi in tutti i momenti che agevolavano l'espressione di sentimenti disinteressati. Sono arrivato al punto di fare qualcosa che non avrei mai pensato di fare, qualcosa che per me è inconcepibile: pur di vederla fuori dall'ambaradan, le ho detto che l'avrei accompagnata al concerto di Usher a Dublin. (Trattasi di un rapparo americano bracalone con le mutande in fuori). Chi l'avrebbe mai detto che nell'età della ragione avrei potuto compiere un passo del genere? Quale sinistra follia può muovermi a far tanto, in nome di un atavico impeto passionale? E' forse la prova che la ragione è l'etichetta d'uso per giustificare le fortuite corrispondenze tra un mezzo e un fine da raggiungere?
Il tema del blog, e cioé l'estetica fenomenologica delle cose belle, è pertinente all'argomento, ma qui occorre espandere il campo d'azione all'epistemologia dell'amore, all'ermeneutica del tempo e del destino, alla teoria strutturalista del weekend.
In ogni caso... non compirò quel gesto difficile e poco conforme al mio normale gusto estetico. Non andrò con lei a vedere il rapper a Dublino. Dopo aver informato con bugiardo entusiasmo la fanciulla della mia intenzione di accompagnarla, lei mi ha infatti detto: "It's up to you. I go with my boyfriend".
Ah, che doccia gelata!
Sono costretto a rivedere tutta la mia vita. Vorrei citare qui Ortega y Gasset, ma forse sarebbe fuori luogo.
Per fortuna il lavoro mi consola. I clienti chiamano e mi chiedono di resettare le password, e questo un pochino mi distrae dalle delusioni del presente. Mi restano ancora quattro mesi prima del Mar Nero.
Il presente è ancora l'attesa di qualcosa d'irrealizzato.

marzio19@yahoo.it